pitosforo piantato nella'aiuola piccola




stato attuale aiuola grande


20 novembre 2010 -  ore 15:00 - via Porta di Castro, sotto l'arco, dopo la signora delle uova

INcontro - soprallougo 
alla "solita aiuola", per verificare lo stato attuale dello spazio e per parlare con la gente del posto sulla possibilità di partecipare ad una nuova imminente azione di
Albergheri(ll)a.

Chiunque sia interessato, sa dove trovarci.

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Casualmente, domani, 20 novembre 2010, cade la Giornata Nazionale dell'Albero.
Qui di seguito un piccolo comunicato di presentazione. Magari potremmo portare una piantina da piantare anche domani, visto che ci troviamo... non saremo alla Favorita in compagnia dei saggi agronomi, però, anche a Ballarò ti capita di incrociare dei pony!


Giornata nazionale dell’Albero 2010COMUNICATO STAMPA

Una giornata di educazione ambientale a Palermo è in calendario per il prossimo sabato 20 novembre, a cura dell’Assessore all’Ambiente, on. Marianna Caronia, in occasione della “Giornata nazionale dell’Albero 2010”.
Per l’intera giornata, dalle 9.30 alle 14.00, a cicli di 30’, il Parco della Favorita ospiterà la piantumazione degli alberi offerti dal Ministero. Di volta in volta, i Ranger e gli agronomi mostreranno ai presenti la corretta maniera di piantare un albero e illustreranno dal punto di vista scientifico il “guadagno in salute” per tutti noi e per l’ambiente.
Nello stesso tempo, i più piccoli avranno la possibilità di montare dei pony, messi a disposizione dal Comune.
“Gli alberi sono un elemento indispensabile dell’ecosistema nel contrasto ai cambiamenti climatici e nello sforzo di ridurre il gas serra ed è quindi dovere morale di tutti contribuire alla loro salvaguardia- dichiara l’Assessore Caronia – ma questa Giornata dell’Albero è davvero rilevante perché offre ai Palermitani l’occasione di vivere in maniera attiva il Parco della Favorita, il più importante polmone della città che di ulteriori spazi verdi avverte sempre più l’esigenza ”.
Allo scopo di rendere più agevole l’accesso alla Favorita, Viale Diana rimarrà chiusa al traffico per l’intera durata della manifestazione.
INFO:
335 5362549 



...l'idea è di partire da forme semplici e autonome di gestione dello spazio cosidetto pubblico...

Albergheri(ll)a: più che una guerrilla gardening all'Albergheria.


Il nome i Giardinieri di Santa Rosalia nasce da una riflessione sulla poca "sacralità" attribuita agli spazi e al verde nella città di Palermo, in quartieri come l'Albergheria. La "sacralità" si incontra in questo quartiere in forma di chiese, altarini, edicole votive, statue di Santi e Madonne circondate da fiori e foto. Tali elementi che ormai fanno parte dell'arredo urbano del centro storico di Palermo sono la chiave di lettura di un mondo che ancora ha dei simboli in cui si riconosce.
In tempi antichi le piante e gli alberi erano stati investiti di questo potere simbolico ed erano l'incarnazione della divinità e del misticismo, un pò come le statue dei santi al giorno d'oggi. Un esempio del valore attribuito agli alberi è l'Albero Cosmico, Yggdrasil, che con le sue radici sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l'intera volta celeste. Quest'albero era venerato in diverse culture del passato e, insieme a questo, i luoghi sacri per eccellenza erano i boschi. Con l'avvento del cristianesimo si è iniziato a perseguitare i culti "pagani" legati alla natura e a bruciare e distruggere i boschi sacri.
La nostra ipotesi nasce dall'idea che dedicando le piante a Santa Rosalia, potremmo superare questo atteggiamento di non curanza e di poco rispetto da parte degli abitanti del quartiere nei confronti delle piante e del verde pubblico. Cercando di votarci ai loro santi vorremmo avvicinarci a loro, per stimolarli ad un diverso atteggiamento grazie alla simbolicità con cui rivestiamo un oggetto, una persona, un luogo, una pianta. Del resto Santa Rosalia a Palermo è una vera e propria icona e una garanzia, invocata un pò da tutti: dagli antifascisti ai senza tetto, dalle vecchi ai giardinieri. In più per noi il suo significato simbolico si carica di un valore aggiunto se ricordiamo che lei viveva nei boschi e aveva nome di pianta. Anche noi ci votiamo a lei per sperimentare questa fusione tra sacro e profano, per creare un nuovo bosco sacro che invada l'Albergheria e dilaghi in ognidove, perchè pensiamo che per ritrovare la natura non bisogna scappare dalla città, bensì portarla in città.
Per fare questo oltre a pale, zappe, rastrelli vogliamo utilizzare il teatro, la musica, il gioco, perchè crediamo nella potenzialità dell'arte come strumento politico e sociale. Siamo convinti che l'arte deve scendere per strada per comunicare, influenzare e farsi influenzare in uno scambio rigenerante con la quotidianeità e la semplicità del mondo reale. L'arte non è puramente ricerca estetica. Le nostre azioni teatrali raccontano di personaggi reali o inventati, del passato palermitano o della mitologia che collegano la loro storia a quella di una pianta. Questi personaggi donando ognuno una pianta alla città di Palermo, legheranno il loro destino a quello della pianta lasciata all'Albergheria. Come in passato si usava collegare un albero ad una divintà, ad esempio l'ulivo è abero sacro ad Atena e Merlino, il mago, pare si fosse trasformato in nocciolo, così i personaggi che incontreremo all'Albergheria nel corso delle nostre incursioni subiranno questa metamorfosi in pianta e attraverso questa i loro destini saranno per sempre legati agli spazi verdi prescelti nel quartiere.
Le nostre azioni non vogliono essere definite di "volontariato", noi vogliamo solo sperimentare nuove possibilità di intervento da parte di qualsiasi individuo nel mondo collettivo, in questo caso urbano. Modalità generatrici in alternativa a quelle distruttrici che caratterizzano più spesso, le azioni della massa sugli spazi pubblici. Per creare questo bosco sacro nel quartiere, abbiamo bisogno della partecipazione degli abitanti sia nella fase realizzativa che in quella di manutenzione. Infatti, partiamo dal presupposto che questo progetto non realizzi qualcosa di puntuale e finito nel tempo ma sia un costante lavoro che inneschi un lento processo di appropriazione degli spazi. Pensiamo che per avviare questo processo ci sia bisogno di ritornare costantemente sui luoghi per prendersi cura di quello che è stato seminato nel terreno e tra la gente. 
"Lucus lucus est arborum multitudo cum religione, nemo composita multitudo arborum, silva diffusa et inculta"