Concept

Il nome i Giardinieri di Santa Rosalia nasce da una riflessione sulla poca "sacralità" attribuita agli spazi e al verde nella città di Palermo, in quartieri come l'Albergheria. La "sacralità" si incontra in questo quartiere in forma di chiese, altarini, edicole votive, statue di Santi e Madonne circondate da fiori e foto. Tali elementi che ormai fanno parte dell'arredo urbano del centro storico di Palermo sono la chiave di lettura di un mondo che ancora ha dei simboli in cui si riconosce.
In tempi antichi le piante e gli alberi erano stati investiti di questo potere simbolico ed erano l'incarnazione della divinità e del misticismo, un pò come le statue dei santi al giorno d'oggi. Un esempio del valore attribuito agli alberi è l'Albero Cosmico, Yggdrasil, che con le sue radici sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l'intera volta celeste. Quest'albero era venerato in diverse culture del passato e, insieme a questo, i luoghi sacri per eccellenza erano i boschi. Con l'avvento del cristianesimo si è iniziato a perseguitare i culti "pagani" legati alla natura e a bruciare e distruggere i boschi sacri.
La nostra ipotesi nasce dall'idea che dedicando le piante a Santa Rosalia, potremmo superare questo atteggiamento di non curanza e di poco rispetto da parte degli abitanti del quartiere nei confronti delle piante e del verde pubblico. Cercando di votarci ai loro santi vorremmo avvicinarci a loro, per stimolarli ad un diverso atteggiamento grazie alla simbolicità con cui rivestiamo un oggetto, una persona, un luogo, una pianta. Del resto Santa Rosalia a Palermo è una vera e propria icona e una garanzia, invocata un pò da tutti: dagli antifascisti ai senza tetto, dalle vecchi ai giardinieri. In più per noi il suo significato simbolico si carica di un valore aggiunto se ricordiamo che lei viveva nei boschi e aveva nome di pianta. Anche noi ci votiamo a lei per sperimentare questa fusione tra sacro e profano, per creare un nuovo bosco sacro che invada l'Albergheria e dilaghi in ognidove, perchè pensiamo che per ritrovare la natura non bisogna scappare dalla città, bensì portarla in città.
Per fare questo oltre a pale, zappe, rastrelli vogliamo utilizzare il teatro, la musica, il gioco, perchè crediamo nella potenzialità dell'arte come strumento politico e sociale. Siamo convinti che l'arte deve scendere per strada per comunicare, influenzare e farsi influenzare in uno scambio rigenerante con la quotidianeità e la semplicità del mondo reale. L'arte non è puramente ricerca estetica. Le nostre azioni teatrali raccontano di personaggi reali o inventati, del passato palermitano o della mitologia che collegano la loro storia a quella di una pianta. Questi personaggi donando ognuno una pianta alla città di Palermo, legheranno il loro destino a quello della pianta lasciata all'Albergheria. Come in passato si usava collegare un albero ad una divintà, ad esempio l'ulivo è abero sacro ad Atena e Merlino, il mago, pare si fosse trasformato in nocciolo, così i personaggi che incontreremo all'Albergheria nel corso delle nostre incursioni subiranno questa metamorfosi in pianta e attraverso questa i loro destini saranno per sempre legati agli spazi verdi prescelti nel quartiere.
Le nostre azioni non vogliono essere definite di "volontariato", noi vogliamo solo sperimentare nuove possibilità di intervento da parte di qualsiasi individuo nel mondo collettivo, in questo caso urbano. Modalità generatrici in alternativa a quelle distruttrici che caratterizzano più spesso, le azioni della massa sugli spazi pubblici. Per creare questo bosco sacro nel quartiere, abbiamo bisogno della partecipazione degli abitanti sia nella fase realizzativa che in quella di manutenzione. Infatti, partiamo dal presupposto che questo progetto non realizzi qualcosa di puntuale e finito nel tempo ma sia un costante lavoro che inneschi un lento processo di appropriazione degli spazi. Pensiamo che per avviare questo processo ci sia bisogno di ritornare costantemente sui luoghi per prendersi cura di quello che è stato seminato nel terreno e tra la gente.