Notizie dall'Est

Perché limitarsi al verde palermitano quando c'è anche quello di Caltagirone da recuperare? Un piccolo gruppo di giardinieri lo scorso fine settimana ha dato prova di grande spirito d'avventura inoltrandosi nel profondo est isolano, per partecipare attivamente alla bella manifestazione In Giardino organizzata dall'associazione Impronte Vegetali.


Lo scopo del viaggio è stato un laboratorio che sembrava fatto apposta per loro: "L'orto dei Miracoli_Coltivare paesaggi quotidiani". Obiettivo del workshop - si leggeva nel programma - è dare gli strumenti per il recupero dei piccoli spazi urbani o periurbani non utilizzati, non costruiti o non pianificati,  in  alcuni casi fazzoletti residui di terreno incolto, in altri casi giardini urbani con caratteristiche di particolare pregio, che possono contribuire in modo determinante al miglioramento della qualità della vita in città. Praticamente è quello che fanno i Giardinieri! 
Centrale per comprendere il senso del lavoro suggerito dal laboratorio e le sorprese che ne sarebbero seguite è la presenza di un gigantescamente enorme parcheggio, costruito recentemente lungo la circonvallazione di Caltagirone, proprio sotto la bellissima chiesa di Santo Stefano (già mitico centro sociale Metropolis e attualmente proprietà della misteriosa Fondazione "Steve Jobs"). 


Dopo aver appurato il costume assai bizzarro tra gli autoctoni di chiamarsi l'un l'altro servendosi quasi esclusivamente del titolo relativo al loro mestiere, un po' confusi da tanti altisonanti appellativi, incapaci di sceglierne qualcuno per se stessi, i nostri Giardinieri hanno presto capito che avrebbero scelto di lavorare all'interno del gruppo di "Realizzazione" piuttosto che a quello di "Progettazione". Non prima, però, di partecipare a una breve immersione in un campo coltivato proprio sotto l'enorme parcheggio di cui sopra. Un bell'orto realizzato con dovizia e varietà di ortaggi dal signor C, al quale i futuri progettisti sicuramente si ispireranno.


Così, mentre una parte degli iscritti al laboratorio si dirigeva verso Villa Patti a progettare un'area da adibire a orto accanto a quello del singor C, un'altra parte (quella a cui si sono uniti i Giardinieri) si sarebbe dedicata alla realizzazione del progetto maturato durante il laboratorio dell'anno precedente e riguardante un piccolo fazzoletto di terra alle spalle della chiesa di Santo Stefano dove, da qualche tempo, sono state costruite delle scalette che dal parcheggione arrivano fino alla chiesa. Un pezzo di terra, diciamo, messo a disposizione degli occhi degli innumerevoli turisti che, dopo aver parcheggiato, si dovrebbero dirigere verso il centro storico della cittadina. 


Sembra che il destino di questi Giardinieri erranti sia quello di non piantare alcunché, dovunque essi vadano. Infatti, mentre a Palermo spalano munnizza, a Caltagirone si sono dedicati alla rimozione di pietre e cocci di terracotta sparsi in tutta l'area del giardino in questione. Dopo aver tracciato le linee di futuri vialetti che avrebbero dovuto separare piccole aiuole coltivate a lavanda e piante aromatiche, con le pietre raccolte i Giardinieri e gli altri partecipanti al laboratorio si sono divertiti a pavimentare tali vialetti. Non solo giardinieri, non solo netturbini, non solo carpentieri ma anche piastrellisti! 



Dopo due giorni di lavoro, però, si è scoperto che questo piccolo pezzo di terra non è gestito dal Comune bensì dal gentile sign. L.M., costruttore del sopraccitato parcheggione. Così, i Giardinieri insieme a tutto il resto della tribù sono stati minacciosamente cacciati dal luogo del misfatto .Un errore del Comune? Una svista? Una presunta superficialità da parte dell'associazione? Resta comunque una domanda: perché mai chi costruisce enormi parcheggi con migliaia di metri cubi di cemento armato deve odiare il verde comune e chi se ne occupa del tutto gratuitamente, cercando (tra l'altro) di rimediare come può allo scempio compiuto dai primi? Insomma, i Giardinieri stavano per tornarsene a casa con la coda tra le gambe e una buona dose di tristezza per il destino umano di coloro che vivono in città.


Eppure, prima di lasciare Caltagirone, i loro sogni inaspettatamente sono stati scaldati ancora da due incontri che In Giardino aveva in serbo per loro. E' stato così che i Giardinieri si sono lasciati incantare dalle teorie e dalle buone pratiche di Maurizio Corrado e Maria Tomarchio. Il primo è direttore della rivista Nemeton High Green Tech Magazine, il cui simbolo è una piccola e perfetta foglia di Ginko biloba, probabilmente l'albero più antico che esiste sulla terra, la prova vivente che non ci disfaremo facilmente del nostro passato di nomadi sulla terra rigogliosa e impervia. "Se l'uomo si è allontanato dalla natura per starsene rinchiuso dentro case di cemento, la natura piano piano penetra in città per andarselo a riprendere", più o meno è questa la teoria di Corrado, la teoria che sta alla base di tutti i sorprendenti esempi di vegetecture che ci mostra entusiasta. 


Maria Tomarchio, invece, professoressa ordinaria di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Catania, ci parla degli Orti di Pace: orti realizzati all'interno di ospedali e scuole dagli stessi pazienti e dagli stessi studenti. Un metodo per conoscere meglio la natura, i suoi ritmi, le sue risorse e impegnare le proprie energie nel coltivare qualcosa che cresce proprio grazie alla cura dell'uomo che vi si dedica. E' così che i Giardinieri hanno scoperto le opere di Michele Crimi, educatore marsalese che nei primi anni del Novecento cercò (e prima della riforma Gentile ci riuscì) di rivoluzionare il sistema scolastico. Scuole mobili (da spostare a seconda delle esigenze della popolazione), banchi e seggiole da smontare e rimontare in pochi secondi in modo da poter fare lezione ovunque, soprattutto in mezzo alla natura, e orti orti orti in cui sperimentare le doti campagnole dei piccoli discenti. Risultato: gli allievi adoravano trascorrere il pomeriggio coltivando e lasciavano il campo sempre a malincuore. Proprio quello che succede ogni giorno alle due al suono dell'ultima campanella!


Laboratorio Ricicloso al Giardino Inglese e Domenica della munnizza al Giardinfosso dell'Albergheria

Questo fine settimana è trascorso all'insegna del Giardinaggio d'Assalto





Siamo passati da un laboratorio "naïf" con i bambini e i "grandi bambini", nella festosa atmosfera del Giardino Inglese 






ad una domenica in trincea, spalando cumuli e cumuli di immondizia, con una capacità camaleontica di adattamento.



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Nell'idillio del Giardino Inglese, sabato, in compagnia degli amici di Guerrilla Gardening Palermo, abbiamo allestito uno spazio con tutto il necessario per un laboratorio dal pollice verde. Dopo settimane passate a raccogliere vasi, vasetti, ciotole, latte, scatole di qualsiasi materiale, ritagli di riviste, semi, foglie e fiori secchi, abbiamo passato un allegro pomeriggio ad assemblare, tagliare, incollare e scegliere le talee preferite o i semi raccolti in questa prospera primavera palermitana. Insieme a noi tanti bambini super-creativi e felici di poter armeggiare con la terra, di scoprire che il seme del nespolo è il nocciolo all'interno di quel frutto arancione che chiamiamo, per l'appunto, la nespola. Bambini curiosi di scoprire alberi dai nomi esotici o addirittura latini come l'albero delle farfalle o la chorisia speciosa e alberi puliti come l'albero del sapone. Prima però la bottiglia o il vasetto selezionato è stato trasformato da ognuno, ritagliato e decorato aggiungendo fiori secchi, immagini colorate e disegni fatti a mano. Naturalmente oltre ai bambini, questo laboratorio ha coinvolto anche quei grandi che non se lo fanno ripetere due volte l'invito a sperimentare con la fantasia e con il verde. E non sono pochi, per fortuna!


 fase di preparazione dei vasi
 decoupage
semi di 
Chorisia speciosa
Bauhinia acuminata
Sapindus Mukorossi
Eriobotrya japonica


 riempiamo i nuovi vasi di terra


 inseriamo le talee delle piante grasse preferite




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Domenica mattina, non soddisfatti, ci siamo dati appuntamento all'Albergheria per cominciare a ripulire un nuovo spazio, scoperto un po' di tempo fa, grazie ad un amico autoctono, in uno dei mille vicoli sconosciuti del centro storico, chiamato Salita del Banditore. Il degrado in cui abbiamo trovato questo pezzo di terreno abbandonato è sconcertante, quelli che noi pensavamo cumuli di terra si sono rivelati strati di immondizia di anni e anni, ere geologiche di petrolio trasformato in bicchieri, bottiglie, buste e ogni sorta di contenitore. Il lavoro di recupero del suddetto spazio è appena cominciato e ci vorrà tempo e impegno per trasformarlo in un meraviglioso giardino in cui i bambini possano tornare a giocare, come scrivevamo nell'invito. Naturalmente da soli non ce la possiamo fare. Chiediamo a tutti di aiutarci, c'è bisogno di tante persone piene di energia per un'impresa del genere. 
Sarà comunque necessario contattare l'ente comunale preposto alla nettezza urbana perché una parte dei rifiuti sono calcinacci, mattoni, mattonelle, che non si possono smaltire con i rifiuti comuni. Inoltre al confine col terreno, separata da un muro, si è creata una vera e propria discarica a cielo aperto, uno spazio stretto e profondo dove la gente usa buttare i sacchi della spazzatura, metri cubi di pura fantasia del sacchetto. Alla fine della giornata, però, siamo riusciti a far riemergere la parete scoscesa di uno dei due lati lunghi, fatta da grossi tufi disposti a gradoni su un basamento di pietra compatto che ricorda luoghi ameni e bucolici, quello che potrebbe essere un piccolo angolo verde di paradiso, un paradosso che può esistere solo in un quartiere paradossale come l'Albergheria. 
Presto torneremo sul luogo del misfatto, cercando di insistere per ottenere la partecipazione degli abitanti della piccola viuzza. Di grande, fondamentale aiuto è stato Filippo, che vive nel palazzo adiacente al Giardinfosso e si prende cura dei gatti che del giardino hanno fatto la loro casa. I suoi vicini, ci scrutano, inizialmente, dalle finestre e dai balconi, finché una signora, con cui avevamo già parlato due settimane prima, invitandola a diffondere la voce del nostro arrivo, ci porta delle bottigline di Bitter, con allegati i classici bicchieri di plastica che guardiamo con una certa insofferenza. Da quel momento in poi è un via vai di vicini: arriva un signore in motorino e ci porta del tè freddo, un altro porta la colazione: cornetti e succo di frutta, più tardi qualcuno si presenta con dei panini imbottiti di salame e prosciutto e il classico secchio dell'acqua calato dal balcone con all'interno acqua fresca e caffè. Se proprio non c'è stata completa partecipazione, per lo meno non possiamo dire che ci hanno lasciato morire di fame!  
Tra i rifiuti abbiamo trovato tante cose interessanti, un piccolo tesoro, un vero e proprio zoo di animaletti di plastica, dal tacchino al coniglio con gli occhi strabuzzati, al cavallo, con cui allestiremo presto, in loco,un meraviglioso altarino faunistico per la Santuzza,  e la parete di tufi potrebbe ricordarne la grotta. Continua...  
 si inizia a intravedere la parete di tufi
 il muro nasconde uno spazio scoperto e riempito quasi totalmente di immondizia


 sotto uno strato di terra si nascondono strati e strati di rifiuti


Concludendo, una riflessione. In realtà non v'è differenza di fondo tra le due giornate, scavando per arrivare all'osso, che si tratti riciclo creativo o di recupero di uno spazio verde abbandonato, sempre con la munnizza abbiamo avuto a che fare!

Laboratorio di giardinaggio ricicloso: Per fare una città ci vuole un seme


Albergheri(ll)a sarà 
domani 12 Maggio, dalle 15:00,
per tutto il pomeriggio, 
al Giardino Inglese!

Costruiremo insieme porta piante dalle mille forme e dai materiali rigorosamente di scarto, noi portiamo i semi da metterci dentro, voi portate una bella dose di fantasia contagiosa!





VII Fiera del Consumo critico AddioPizzo

Albergheri(ll)a e Guerrilla Gardening Palermo saranno presenti sabato 12 maggio dalle 15:30 in poi al Giardino Inglese per dare il proprio piccolo contributo alla Fiera del Consumo critico organizzata ogni anno da Addio Pizzo. Insieme ai bambini che vorranno avvicinarsi al nostro banchetto realizzeremo vasi con materiale riutilizzato, bombe di semi e piccoli erbari.